PER CHI AMA L’HANDMADE ED I PEZZI UNICI, PER CHI AMA DISTINGUERSI E AVERE UNA CREAZIONE ORIGINALMENTE STRAMPALATA
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scritto da: pippawilson
Per non fare torto a chi tra noi predilige l’uncinetto e anche un po’ di colore, ecco alcuni capi dalle passerelle del’Autunno-Inverno 2010-11 che faranno la gioia delle amanti del crochet.
Non possiamo non partire da Missoni, che ha fatto sfilare questo irresistibile vestito fatto di fioroni all’uncinetto, quasi delle presine, tutte colorate. Anche nella versione sciarpona.
Paul Smith ha fatto di più: un vestito tutto di granny squares. Lo stesso tema poi ritorna in uno sciarpone circolare tutto di mattonelle.
Rodarte invece ha realizzato due top lavorati a filet veramente carini e non impossibili da rifare. Il mini vestito lavorato a lace di Dior invece è decisamente più impegnativo da rifare. Per finire trovo veramente bella anche la sciarpa color carne di Haute. Non sono tutti irresistibili??
DALLA CREATIVA ERICA PASINATO
ecco a voi un abito realizzato con
filo elettrico nero,
velcro
e fascette per elettricisti…
abito a strascico
da guardare non da indossare!
questo abito è stato indossato ad una sfilata fatta a
Venezia come evento collaterale della Biennale d’arte
Caldo (fa pensare immediatamente al caminetto acceso). Coccoloso (avete presente quelle domeniche sul lettone, a base di tisane & dvd?). All’occorrenza very chic (non a caso, l’ha “inventato” Coco Chanel…). Stiamo parlando del tricot, quest’inverno di nuovo in grande spolvero, che rischia però di trasformarsi da prezioso-alleato-antigelo in nemico insidioso. Ecco le immancabili dritte di stile ad hoc:
Se amate i MAGLIONI voluminosi e pesanti, al punto da usarli in sostituzione del cappotto, ricordate di mantenere l’outfit sottostante asciutto nella linea e all’insegna del monocolore, preferibilmente scuro (per esempio: dolcevita & pantaloni a sigaretta neri), per scongiurare il rischio di accumulare visivamente qualche chilo extra.
Gli ABITI TRICOT sono particolarmente perniciosi, perché hanno la pessima abitudine di mettere in evidenza curve esuberanti e rotolini ribelli. Il fisico regge la sfida? Sì all’abbinamento con collant coprenti ton sur ton ed eleganti stivali scamosciati.
Personalmente adoro i CARDIGAN, che slanciano il busto creando con la loro allacciatura una fantastica linea verticale. Dettaglio chic: indossateli su una camicia/top in crêpe, abbottonate solo il primo o il secondo bottone e interpretate il tutto con una lunga collana.
Un moderato SCOLLO A “V” è il massimo per valorizzare un décolleté esuberante, che verrebbe invece penalizzato (con un deprecabile “effetto monoblocco”) dal classico girocollo ispirazione t-shirt o da quello simil-polo. Unica avvertenza: tenete sotto controllo la profondità della “V”, per non scivolare drammaticamente nel volgare/cheap.
Occhio a tutto quello che fa lievitare il corpo come un muffin: lana grossa, lavorazione a trecce, righe orizzontali, volant, vistosi bordi a coste, lurex o filati luccicanti, tasche applicate… Se volete che il vostro tricot faccia rima con allungante & snellente scegliete un FILATO SOTTILE, declinato nell’eterna maglia rasata e in una tonalità intensa ma scura. Infine, semaforo verde per il twin-set (mooolto Grace Kelly, riportato alla ribalta quest’inverno dalle ultime collezioni D&G e Dolce & Gabbana).
Sì alla manutenzione effetto lifting: investite in un cargo di detergenti specifici, Sfeltro, spazzole antipallini, soprattutto se puntate sull’investimento per antonomasia: il CASHMERE. Una maglia splendida ma deprecabilmente maltrattata vede perdere tutto il suo potenziale di eleganza.
E ora, tocca a voi!
(Nella foto, tricot multicolor: un estratto dalla collezione Autunno/Inverno 2008-09 di Kenzo).
Pezzi unici, è di scena il tricot
Come nascono gli abiti tricot più straordinari della stagione? Con tanta creatività e maestria artigianale. Una guida per gli appassionatiHussein Chalayan
Hussein Chalayan
Una riflessione sulla storia dell’uomo e sulla sua evoluzione, dall’età della pietra ai viaggi nello spazio, ed espressa da volumi avvolgenti e materiali tridimensionaliIn tre parti
L’abito è stato realizzato con tre diversi tipi di tricot, tutti lavorati su una base mélange a effetto pixel che, secondo il designer, rappresentano l’era del computer nell’evoluzione dell’uomoTrecce tecno
La parte superiore, come pure le maniche oversize, è tricottata a cable knit, la tecnica in cui i diversi fili vengono intrecciati l’uno con l’altro.Cambio
di materiali La gonna, rimborsata sul fondo, è invece di ciniglia di lana a effetto bouclé, più lucida della maglia.Sandra Backlund
Sandra Backlund
La collezione si chiama Last Breath Bruises; fin dal principio sapevo che sarebbe stata dedicata ai lividi, senza nemmeno sapere perché: poi un giorno sono caduta dalle scale del mio studio, senza motivo, e ho scoperto che, nello stesso momento in cui cadevo, mia nonna, a cui sono molto legata, moriva. Un tributo al nostro legameArmatura
Il pesante top di maglia in lana e seta è studiato per fare da corazza, definendo spalle, braccia e torace grazie ai volumi dei tubolari di maglia.Forma a X
Il punto vita risulta ancora più enfatizzato dagli oblò laterali che lasciano i lati del corpo scoperti, assottigliando la silhouette, e dal gonnellino a ruota.Fatto a mano
Sandra ritiene la realizzazione pratica delle sue creazioni parte fondamentale del processo creativo, perciò realizza personalmente ogni pezzo, utilizzando ferri da maglia del diametro anche di 15 cm.Kenzo
Kenzo par Antonio Marras
L’intera sfilata è un omaggio a Sayoko Yamaguchi, musa e icona delle prime stagioni di Kenzo, scomparsa di recente. Partendo da lei Antonio Marras, direttore creativo, ha rielaborato le radici orientali della MaisonCome creature marine
Il miniabito svasato è fatto di maglia di lana ingentilita dalla morbidezza del mohair. Le microruche a corolla che decorano lo scollo ricordano per la forma e il movimento gli anemoni marini.Bolle
Tutto l’abito è lavorato a crochet nei toni del grigio. L’effetto bolle a sbalzo è amplificato dall’inserimento di fili colorati, fatti per sembrare coriandoli.