effetti benefici dell’acqua ossigenata
Questi sono alcuni degli effetti benefici dell’acqua ossigenata:
1 – Uccide i germi del cavo orale.
2 – Schiarisce denti (usare un cucchiaino di acqua ossigenata diluita al 10% come un normale collutorio).
3 – Disinfetta lo spazzolino da denti evitando contaminazioni ad esempio di gengivite alle altre persone che vivono in casa e condividono lo stesso bagno dove, in genere, tutti gli spazzolini stanno “vicini vicini” (basta immergere lo spazzolino in un bicchiere contenete sufficiente acqua ossigenata).
4 – Disinfetta le superfici meglio di qualsiasi altro prodotto (ottima per bagni e cucine).
5 – Elimina i funghi che causano il cattivo odore dei piedi (usarla la sera, prima di andare a letto, impedisce lo sviluppo della tigna e d’altri funghi).
6 – Evita infezioni, disinfetta e uccide germi ed altri microrganismi nocivi.
7 – Aiutare nella guarigione (usata più volte al giorno, in alcuni casi può coadiuvare nella regressione di una cancrena della pelle).
8 – Allevia il raffreddore, influenza o sinusite (mescolare metà e metà con acqua pura, introdurre con un contagocce nelle narici alcune gocce e poi soffiarsi il naso).
9 – Aiuta a mantenere la salute della pelle (può essere utilizzato in caso di micosi).
10 – Disinfetta i vestiti macchiati di sangue o altre secrezioni corporee (mettere i capi in ammollo in una soluzione d’acqua ossigenata al 10% prima del lavaggio normale).
11 – Uccide i batteri in cucina, inclusa la salmonella (dopo l’uso di utensili, disinfettare con acqua ossigenata).
12 – Rimuove gradualmente il tartaro dai denti (inumidire lo spazzolino con alcune gocce d’acqua ossigenata ed usarlo normalmente, risciacquando la bocca alla fine).
13 – Schiarisce le macchie sul viso (bagnare la parte che si desidera schiarire usando un cotton-fioc prima di andare a dormire, ripetendo l’operazione fino al conseguimento del risultato desiderato).
14 – Sbianca le unghie (mettere in un pentolino d’acqua calda un cucchiaio di acqua ossigenata, lasciare le unghie immersi in questa soluzione per 10 minuti poi lavarsi le mani. Ovviamente le unghie devono essere pulite e senza smalto).
15 – Toglie l’acqua dal canale auditivo dell’orecchio (basta una goccia di acqua ossigenata per eliminare il fastidioso effetto che spesso capita quando si nuota in piscina o al mare).
16 – Elimina le macchie di vino dai tessuti bianchi (versare un pochino d’acqua ossigenata direttamente sulla macchia e poi lavare normalmente, preferibilmente con acqua fredda).
non è vero?
SONO SU DONNA TRENDY !!!
http://hobby.donnatrendy.com/riciclo-creativo-plastica-collane-da-bottiglie/2302/
Riciclo creativo plastica: collane da bottiglie
Pubblicato il 4/10/2011 in: Bijoux,Riciclare,Riciclare plastica
Un buon metodo per realizzare oggetti fai da te è il riciclo creativo che ci consente di sfruttare gli oggetti e il materiale che troviamo in casa senza dover andare per negozi.
Avrete forse già sentito parlare di creative che usano la plastica, per realizzare bellissime opere ma, in particolare, è interessantissimo vedere come con la plastica delle bottiglie si possano creare dei bellissimi bijoux.
Prendiamo in questa occasione come esempio le collane realizzate con la plastica delle bottiglie.
Usando la plastica avremo a disposizione una quantità incredibile di materiale, con colori interessanti e tante possibilità di assemblaggio.
Un esempio di riciclo creativo molto interessante e originale è rappresentato dai lavori di Laura Tani in arte Strampalaura che nel suo blog mostra tantissime creazioni degne di nota.
Le collane di Strampalaura sono “creature” uniche che hanno una propria vita, e questo si sente. Sono tutte o quasi realizzate con tecnica mista e sono dei piccoli capolavori da portare al collo.
Noi piccole pasticcione possiamo ispirarci a creative di questo calibro e cercare di trovare il nostro modo di reinterpretare un’idea originale.
Provate allora a tagluzzare una bottiglia e con un pò d’ingegno a realizzare una collana fatta di scaglie di luci trasparenti, oppure create un ciondolo imitando un fiore.
Con un pò di impegno e buona volontà riuscirete a realizzare un piccolo gioiello da legare al collo e da sfoggiare nei giorni di sole o per rallegrare le giornate più uggiose.
Fonti : Fotoblog di Strampalaura
uno dei tanti articoli sul knit cafè di Imola
Adesso va di moda fare la calza al bar
Appuntamenti periodici dedicati al piacere di incontrarsi e di condividere in pubblico la passione per ferri e gomitoli. A far tintinnare i loro strumenti di lavoro, sedute attorno al tavolo, poche nonne e molte ragazze, a smentire il luogo comune in base al quale «fare la calzetta» sia un passatempo solo per attempate signore. «Al momento ha 12 anni la più giovane partecipante al nostro club, nato nell’ottobre scorso e che conta già circa 60 iscritti». Vanessa, questo il suo nome, infila con calma e attenzione i punti sui ferri. Ha cominciato a lavorare a maglia da pochi mesi «per divertimento», spiega timida, seguendo l’esempio della nonna Liliana, che le siede accanto. «E’ stata una sua decisione – conferma la nonna – e ha imparato subito i punti basilari».
Vanessa ha già fatto due sciarpe, contagiando anche la sua migliore amica, Marica. «Non so ancora cosa sarà – risponde a chi le chiede cosa sta realizzando con quella lana candida –. Lo faccio per passare il tempo». Per tutte le protagoniste del knit cafè fare a maglia è una vera e propria terapia. Riduce lo stress, dà soddisfazione, aumenta l’autostima, è un potente antidepressivo. «Per me è una necessità fisica – racconta Laura di Lugo, 48 anni, di professione ceramista –. Sono molto creativa e mi piacciono tutte le attività manuali, dall’uncinetto al découpage. Quando faccio una maglia, penso già ai prossimi tre lavori da realizzare. E alla fine, ho anche il coraggio di indossare quello che invento. La maglia mi ha anche aiutato a superare momenti difficili, dopo la morte di mia mamma. Quando lavoro, tengo impegnata la mente sul progetto». Per Stefania, che alterna la maglia ai turni in ceramica e al ménage familiare «è una terapia che rilassa, un modo per uscire dalla routine». Suo figlio Alessandro, di 8 anni, siede accanto a lei e si cimenta con i sui primi punti. «Ogni tanto faccio maglie anche per le mie colleghe – prosegue Stefania, sferruzzando veloce –. Mi chiedono i modelli visti sui giornali. Una volta ha voluto provare anche mio marito, che pensava fosse semplicissimo, ma dopo due minuti ha rinunciato».
Cristina, 35 anni, fa l’impiegata. Mentre lavora alla manica del pullover per suo figlio, scambia quattro chiacchiere con Michela, 25 anni, studentessa in dolce attesa. A maggio nascerà la sua bimba e nel frattempo le sta preparando una copertina grigio-rosa. Per loro, tutto è cominciato da uno dei corsi organizzati da Lorena e da lì hanno continuato a frequentare il negozio. «Il knit cafè è una bella iniziativa – concordano –. E’ un pretesto piacevole per uscire e fare a maglia, visto che a casa non c’è mai tempo». Cristina, pendolare, si porta i ferri anche in treno, che prende ogni mattina alle 6.56. «E’ un ottimo sistema per svegliarmi – assicura – e un modo per socializzare. Spesso infatti la gente mi chiede informazioni, incuriosita». Fare a maglia facilita anche l’integrazione, come nel caso di Livia, di origine romena, che ha conosciuto Lorena partecipando alla realizzazione della sciarpa più lunga d’Italia, appassionandosi di nuovo a un’attività per anni lasciata da parte e conoscendo nuove amiche. Del gruppo fa parte anche Serena, 25 anni, impiegata part time, «iscritta per scherzo» a un corso di maglia e già in grado di insegnare a sua volta quello che ha imparato alle amiche Silvia e Ursula. «In questi ultimi anni c’è stata una riscoperta della maglia – aggiunge Roselia Irti, già insegnante di inglese, scrittrice e ora impegnata come maestra nei corsi organizzati da Lorena –. Mi fa molto piacere vedere le giovani di oggi, figlie di una generazione di ex sessantottine che a volte non sanno nemmeno usare ago e filo, riavvicinarsi a questa attività che dà il piacere di produrre qualcosa di bello e utile per sé e per gli altri».
La passione per la maglia corre anche sul filo del web. A tenere aggiornato il blog facendo spesso le ore piccole davanti al computer, è Cristina , 28 anni, impiegata. «Dalla fine di ottobre abbiamo avuto oltre 4.800 contatti – racconta con entusiasmo –. Ci scrivono da tutta Italia per chiedere informazioni sui nostri modelli e su come avviare attività analoghe dalle loro parti. Mi è arrivata una e-mail da un ragazzo di Torino interessato a diventare socio del club e a ricevere il corso di maglia in dvd che mandiamo a chi si iscrive».
La maglia, infatti, non è più affare di sole donne. In Inghilterra e in America sempre più uomini ricamano e lavorano coi ferri. Già nel 2001 Lorena aveva lanciato il progetto Se sferruzzo non guido, in collaborazione con il pub imolese Porteño, riuscendo a coinvolgere un piccolo gruppo di uomini. Il tabù è però duro da scalfire, anche se non mancano le eccezioni. Marco, 28 anni, impiegato, non ha nessun problema a imbracciare i ferri. «La passione mi deve ancora venire – ammette scherzando –, ma è sempre meglio saper fare di tutto. Metti che la mamma mi cacci di casa e mi serva una coperta per dormire…».
Articolo tratto da “Sabato sera” di venerdì 8 febbraio 2008