Mag 15, 2008 - tricot    4 Comments

ERO IO LA RESPONSABILE DELLA SCIARPOOOOONA DI IMOLA

3/1/2008 (7:22) – LA STORIA

Cappuccino, gomitoli e fantasia
            L’Italia scopre la moda dei Knit café. E nei locali la lana fa tendenza
 eccomi qui a Imola alle prese con la sciarpa più lunga d’Italia
BOLOGNA
Il sintetico è bandito, troppo artificiale E poi via gli abiti cuciti su corpi innaturali e confezionati in stock. E’ tornato il tempo della maglia, soffice, colorata e di tendenza. E allora ecco che a sferruzzare non è più la nonna dai mille nipoti che dondola davanti al caminetto ma moderni club (chiamati knitting-group) che si danno appuntamento in locali alla moda per lavorare la lana in compagnia, fra un pettegolezzo e un tè.

Il primo bar-da-calza, che in inglese assume un tono più chic con il nome Knit Café, è nato a Los Angeles, all’8441 di Melrose Avenue, dall’idea di una giovane e bella donna in carriera che un giorno ha deciso di abbandonare lo stress di un lavoro da dirigente alla Cbs per dedicarsi allo sferruzzamento. Da allora la gomitolo-mania ha fatto impazzire donne sparse in tutto il mondo. In Italia i primi Knit Café sono nati a Milano, e ora l’angolo della maglia ha conquistato prestigiose «vetrine» nostrane, come la Triennale del capoluogo lombardo e la passerella di Pitti Filati a Firenze.

Antico mestiere
A traghettare questo antico mestiere verso la notorietà e trasformarlo in un hobby da star sono stati proprio i divi di Hollywood. Se infatti spesso attori&c ammettono con candore di non saper nemmeno rammendare un calzino, bè, il modaiolo tricottare (da tricotage) è tutta un’altra storia. E allora, fra leggenda e realtà, si racconta che il virile Russell Crowe curi con il lavoro a maglia la sua irascibilità e che l’algida Uma Thurman sferruzzi placida fra gli alberi di Central Park. Ma la lista dei famosi si allunga ancora con Sarah Jessica Parker, la Carrie di «Sex and the City», che porta perfino sul set la sua borsa dei ferri, Julia Roberts, che sta lavorando al film autoprodotto «The Friday Night Knitting Club», Julianne Moore e Winona Ryder. A rispolverare il capo di lana, con le sue trecce in evidenza e l’aspetto un po’ vintage che non passa mai di moda, sono stati anche gli stilisti che nelle collezioni dello scorso anno, quando «tricottare» era già di tendenza negli Stati Uniti (ma non ancora in Italia), hanno rilanciato i morbidi pull anni Settanta, maglioni Norvegia, vestitini in maglia e, addirittura, lunghi abiti da sera a punti grossi. Non per niente i capi aderenti hanno lasciato il posto ad ampi maglioncioni che cadono morbidi sui legging (come da un po’ di tempo sono stati ribattezzati i fuseaux).

L’alta moda
Lasciando stare l’alta moda e i divi d’oltreoceano, sferruzzare in compagnia ha iniziato ad appassionare le signore anche da noi. E così dopo il Knit Café di Los Angeles (strano luogo di nascita visto i miti inverni californiani), quello di New York (con gomitoli e ferri appesi alle pareti) e quello di Londra (dove tremila persone hanno dato vita ad una sferruzzata collettiva), sono arrivati Milano (per esempio lo showroom di Vivienne Westwood o il Caffè degli Atellani), Roma, Bologna, Torino, Palermo e così via. Si organizzano corsi di maglia, cucito, a volte anche tombolo, oppure semplicemente ci si ritrova per sferruzzare in compagnia davanti ad un cappuccino e dimenticare lo stress della vita di tutti i giorni.

Ma non tutte le città di possono «fregiare» di un Knit Café. E allora succede, in attesa di un bar come sede del proprio knitting group, si cerchi ospitalità in trattorie e bistrot. A Imola, per esempio, una cinquantina di donne «matte per la maglia» si trovano in un’osteria: maneggiano forchette e coltelli e poi si concedono il tempo per i ferri. Queste signore della lana, riunite dalla passione di Lorena Minardi, titolare del negozio «Fili di Dora», il giorno dell’Epifania srotoleranno per le strade di Imola la loro calda creazione collettiva, una sciarpa di 500 metri, la più lunga d’Italia. La voglia di maglia, almeno in America, non si è però limitata ad avvolgere corpi. E così Knitta (www.knittaplease.com), una comunità di appassionati, ha cominciato ad «ammorbidire» il paesaggio e le sue fredde architetture. All’inizio con micro-tubolari in soffice lana infilati sulle antenne delle auto in sosta, poi con «vestiti» per pali e piloni. Infine l’impresa più colossale, coprire di colorati manufatti alcune pietre della Grande Muraglia.

ERO IO LA RESPONSABILE DELLA SCIARPOOOOONA DI IMOLAultima modifica: 2008-05-15T00:49:41+02:00da lauratani
Reposta per primo quest’articolo

4 Commenti

  • bella questa foto,tu sei quella col golfino arancione vero???tua missy

  • bello questo post,complimenti(ma tutti i tuoi post sono belli)ma qui riesci a toccare il cuore,voglio dire,x come parli e x come racconti.sei bravissima.vai a leggere il post sulla lav sul mio blog,l’ho modificato,ciao un bacio missy

  • Ciao Laura
    BUON FINE SETTIMANA!!!!
    Un bacione Sabri
    P.S.
    Fatti viva quando puoi!! mi fai sempre piacere
    Sabri

  • belllllllaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa
    6 bravisssssiimmaa 😉